il blog è morto, viva il blogger

Pare che in rete non si muoia mai, perlomeno non mancano mai le sorprese. Da settimane non approdavo sulla tolda di questo natante; oggi l’ho fatto in previsione di questo post, che vuole dar conto delle mie molte attività in rete – altrove – a chi passasse ancora di qui, a chi avesse i feed attivi. Dopo aver cancellato una quantità di commenti spam in arabo (?) mi sono fermato ad assaporare due sorprese: una dolcissima – il commento dell’amica Deb (ripeto che aver conquistato alcune autentiche amicizie è la cosa più bella che la rete mi abbia regalato) – e l’altra sconcertante.

In un empito d’ego surfing, poco fa ho cliccato sul mio rendiconto link di Technorati. Ho così scoperto che il 12 marzo, giorno in cui hanno inaugurato per poi sparire (sei visite inclusa la mia!), questi quattro astrusi personaggi hanno inspiegabilmente linkato – con tanto di scicchissima anteprima snap – questo blog ormai in camera iperbarica, insieme ad uno stranoto social network – digg – ed a un blog inesistente – finanza e difesa. Una curiosa congerie, probabile frutto del caso, ma perché proprio io? Non mi capacito.

Non mi capacito, intanto, del perché si debba lanciare un prodotto così laccato e finito per poi soprassedere dallo spammare in ogni dove (magari però sto facendo uno scoop, li ho beccati mentre brainstormano un gran lancio ed in breve questi bei tomi finiranno nella sezione pornoweird di Repubblica) né, appunto, dell’eterogenea compagnia in cui mi trovo nel loro striminzito blogroll. Mi viene il dubbio atroce che qualcuno di costoro mi conosca personalmente. Il che è ancora più inquietante, perché si tratterebbe di gente viva e non di un ballon d’essai lanciato da alieni.

Vabbé, torniamo alla mia vita in rete. Per seguire quasi quotidianamente il costante deperirsi delle mie sinapsi, continuate a frequentare Surripedia, cui noi entusiasti surripedali™ (sodali in surripedia) abbiamo appena regalato un dominio proprio (surripedia.org) dove ci trasferiremo tra un bel po’, finite le grandi manovre sull’organizzazione del layout e dei contenuti che ci stanno impegnando assai. La cosa, insomma, è seria e mi ci trovo come un pesce nel formaggio od un topo nell’acqua: adoro fare sul serissimo le cose più cialtrone.

A proposito di cose cialtrone, nel post qui sotto celebravo improvvidamente il pronto varo d’una nuova rubrica sul pesce enigmistico. Ho già pronti i testi, la presentazione, il “cappello” ricorrente. Sul sito, l’amico Fricat ha già inserito il mio nome tra i partecipanti e la rubrica categorizzata (“menace from outer spam”). Per ragioni, come si suol dire, “indipendenti dalla mia volontà” a tutt’oggi non s’è ancora battuto chiodo. Le mie gonadi stridono nel vedere quegli zeri abbinati al mio nome, io che vado fiero della mia affidabilità e produttività. Sto pensando ad un’azione dimostrativa in loco ma, un po’ per evitarmi la fatica d’un assurdo post in cui spiego perché non scrivo dei post, un po’ per salvare le chiappe ad un amico, lancio questo preavvertimento qui: Fricat, datti una mossa o ti sputtano a casa tua!

In ultimo, sono contento d’annunciare che m’è tornata la voglia di scrivere roba articolata e ponderata. Ho pubblicato poco fa un pezzo su Ita®iani (ecco il link diretto) e progetto di scriverne presto altri. Credo molto alla partecipazione in rete e considero lana caprina un esperimento concluso. Come avevo già scritto, qui torno solo per dare indicazioni della mia navigazione collettiva altrove, ecco perché i contenuti nuovi non vengono postati qui e poi ripubblicati su Ita®iani: voglio dare fiducia ad un gruppo cui Giordano e Massimo continuano a fornire un contributo sempre valido e profondo.