tessuti molli e teste dure

A voler fare i sensazionalisti, si potrebbe titolare “Jurassic Park è dietro l’angolo”. In realtà, pare che sia impossibile recuperare del DNA dai primi tessuti molli che siano mai stati trovati in un osso di dinosauro. Tuttavia molte altre scoperte saranno ora possibili. Ma la cosa davvero interessante è il ripetersi di un classico copione delle grandi scoperte. L’osso che contiene tessuti venosi ed osteociti intatti è stato rotto per poter essere imbarcato sull’elicottero che lo trasportava. L’ennesima scoperta fatta per caso, insomma. Nessuno ci aveva mai pensato, mentre ci si lamentava di non poter studiare altro che cellule ossee mineralizzate. Abbiamo sempre la soluzione sotto il naso, mentre guardiamo il dito al posto della luna.

oggi espongo io

Arte davvero post-moderna, situazionismo comprensibile a tutti. Chi non ha mai pensato, davanti ad un quadro in un museo “questo potevo farlo anch’io”? Il vendicatore Banksy (ma lui è davvero bravo) l’ha fatto per tutti noi. Non una volta, ma quattro. Non a Strozzate sul Giaciglio, ma a New York (MoMA ecc.). Qui una segnalazione, qui le immagini.

cazza la landa

Allora, c’è questo affare in ballo. Seguitemi bene. Cina, nuovo mercato, eccetera. Mezzo milione di milionari (in euro) ai primi assaggi di lusso: auto, vestiti, golf… e yacht. Il punto, secondo Enrico Zanella, proprietario di Sinomarine, che vive in Cina da sette anni e s’è pure sposato una cinese, è che, al momento, nel Celeste Impero esistono “cinque o sei Sunseeker, un Cranchi e poco altro” (intervista su Specchio de La Stampa).

Perché? Fino a tre anni fa navigare per diporto era proibito, questioni di sicurezza. Le prime licenze edilizie – cui son seguiti pratiche e tempi d’autorizzazione all’italiana – sono state rilasciate nel 2001 ed oggi vedono la luce i primi modernissimi marina – tra cui quello di Qingdao, dove Zanella vive – desolantemente vuoti in attesa dei Giochi olimpici del 2008. Giovedì 31 marzo ad Hong Kong, l’8 aprile a Shangai e l’11 maggio proprio a Qingdao si terranno i primi saloni nautici cinesi. Com’è ovvio, qualche grande nome e un consorzio italiani sono già pronti a sfruttare l’amore dei cinesi per il made in Italy. Troppo tardi, dunque? No, l’affare è apertissimo.

Si presumono vendite per cinquantamila barche di lusso in cinque anni, e si presume anche che la classe media, a seguire, vorrà barche più piccole, che eventualmente saranno costruite sul posto. Ancora Zanella: ” Il ricco (…) vuole l’originale. (…) Il cinese medio, invece, comprerà la copia. Ecco perché bisogna venire in Cina e produrre in loco prima di loro. Se adesso ci mettessimo a fare imbarcazioni di 6-9 metri (…) si venderebbero come il pane”.

Ora, se qualcuno fosse interessato a rilevare o subaffittare questo blog, e qualche anima lungimirante e pia a fare da venture capitalist, io – con tutto che il mare manco mi piace tanto – vado a vivere in Cina domani (e a BobRock, velista da potrona, d’accompagnarmi non glielo devo nemmeno chiedere).