in goat we trust

Rubricaprina inglese: i veri falsi amici
Seconda puntata

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Tutti conoscono i falsi amici, parole od espressioni straniere che paiono la traduzione d’un equivalente italiano ma vogliono dire tutt’altro. Un esempio inglese classico è eventually, che non significa eventualmente bensì infine. Pochi invece conoscono i veri falsi amici, espressioni idio-caprine che sembrano proprio… ma… sì: vogliono proprio dire quella cazzata lì. Ve ne proponiamo un cospicuo campionario, diviso per parti del discorso (pronomi, avverbi, proposizioni, ecc.). Ci auguriamo di integrarlo col contributo dei nostri colti lettori.

proposizione at

At dead father
A babbo morto

avverbio when

But when never
Ma quando mai

verbi

Pulling it less
Tirarsela meno

facciamo a chi dura più a lungo

In questi giorni a Cervia, fino al 1° maggio, è in corso il 26° festival internazionale dell’aquilone. Manifestazione in bilico costante, fedele al suo etereo oggetto, il festival romagnolo riesce sempre a fiorire in tempo – sul filo di lana, passatemi la battuta – grazie alla passione dell’organizzatore Claudio Cappelli. Un bel servizio con belle immagini lo trovate in edicola, sul numero di aprile di Airone (tra l’altro, è il numero 300 e se ne viene con uno speciale fotografico che da solo vale la spesa).

Leggendo i vari articoli, scopro che l’aquilone è chiave del progetto d’una turbina eolica planare che, benché richieda gran terreno, promette senz’altro un impatto ambientale ben più sopportabile delle classiche batterie di eliche. L’inventore è Massimo Ippolito, la società progettista è torinese. Qui maggiori informazioni, qui il sito ufficiale. Tra tante curiosità, però, la lettura che più m’ha colpito è un aneddoto storico che può darci un monito significativo: qui, oggi. Gli indian fighter – in India – ed i rokkaku – in Giappone – sono aquiloni da combattimento, con cui vengono svolte gare tradizionali (a Cervia si può avere un assaggio).

Ma il termine combattimento non sempre è valso come sinonimo di gara sportiva. Riporto un brano: “Sembrerà di tornare al Giappone dell’VIII secolo, quando il governatore di una terra sconvolta da terribili conflitti etnici affidò ad un’incruenta guerra d’aquiloni il destino del suo territorio. (…) alla fine l’aquilone che rimase solo in cielo fu decretato vincitore. La contrada che rappresentava governò la regione per un anno intero, fino ad una nuova battaglia aerea”. Mi pare un’ottima idea – spettacolare, divertente, persino telegenica – per sostituire l’alea delle urne con un’altra invero.. aerea. Potremmo provare così, almeno non staremmo a ricontare migliaia di pizzini.

[immagine hackerata, quindi cancellata]

P.S.
Sono rientrato da un paio di giorni. L’improvvisa compressione del tempo – destino d’una famiglia dopo una vacanza mediamente lunga – porta all’effetto imbuto che invariabilmente vanifica il sorriso rilassato che il tempo ozioso ci ha donato. Per ovviare un poco, mi sono occupato di cose materiali (tra l’altro, il resto della famiglia è tornato in spiaggia per due giorni) ed intendo continuare a farlo. Con metodo e lentezza.

Questo spiega come mai non mi sono precipitato qui a scrivere, non ho ancora girellato nella blogopalla, ho giusto smaltito un po’ di mail. Due settimane senza computer ti fanno balenare la realtà: potresti non accenderlo più e probabilmente vivresti meglio. Poi, tra le cose che ho spulciato, segni karmici inequivocabili come questo (l’inadeguatezza del nostro cerebro al multitasking) e questo (troppe pippe a video accecano) mi fanno propendere per una ripresa soffice.

Voglio andare a letto prima, leggere qualche po’ d’inchiostro. Sganciarmi ancor più dall’attualità, ridurre l’informarsi compulsivo. Dare più spazio al simposio; magari, come ieri sera, stare fra esatte parole, con amici. Magari capire che sarebbe bello podcastare questi momenti, ma sai che non vuoi sbatterti. E senti che la tua pigrizia è sana: t’arricchisci, lasci sedimentare. Forse, allora, avrai qualcosa di buono da dire. Vi auguro che non sia poco. Ci si rilegge domenica – inglese caprino – e poi chissà. Intanto, sono contento d’avervi ritrovato.

La fotografia è dell’ottimo John Watson.

bè, s’è fatta quell’ora

E non commento e no che non commento non commento. Continuo a parlare d’altro. Questione di ore ed entrerò nel fiabesco regno d’ignoranza, in località marittima fuori stagione di massa, tra gnomi pensionati che non sanno ciò che votano, semmai votano, profonde letture di fumetti, ozio terapeutico. Quindi non commento.

Poi, bisogna avere i coglioni di ghiaccio per cavarsi d’impiccio nel rapporto esoterico tra percentuali e seggi, voti esteri e senatori jolly. A me pare un tristo pareggio foriero di nuovo seggio. Non commento oltre e parto sereno, confermato dell’ingovernabilità che già avvertivo, ora certificata dal voto. Il momento migliore per defilarsi.

Intanto, arrestano un altro anziano statista, che iniziò a latitare mentre io a vagire. L’ingovernabilità s’espande a macchianera. Ricordiamo che il premier del parastato transnazionale glocale Cosa Nostra, zu’ Bino, fu pioniere del blog: all’arresto aveva in tasca diversi post. I suoi fedeli lettori hanno implementato, negli anni, il meccanismo del bullent: il commento via pallottola.

La mazzata alla mafia è un successo del nostro governo, qualunque esso sia. Quindi è una conquista democratica, no, liberale, no… In arrivo il governo dual boot con emulatore di voti esteri. La Rosa nel Pugno, flop del mondo blog, a corto di paillettes per arpionare il voto mercantile di chi non crede più al voto laico, decide di dare i propri deputati in beneficienza… Avevo detto che non commentavo, bestia.

Sono stanco, ho bisogno di samsara. Spengo il computer. Un saluto allo spider di Google, lavoratore atipico che nessuno ringrazia per lo sforzo diuturno. Un saluto a chi ripassa per spulciare l’archivio od il tagroll. Si sa mai che l’armatore BobRock voglia dire la sua, mentre il nostromo è assente. Un saluto a lui ed a voi, amici. Ci si rilegge a fine mese. Clic.

la deriva degli incontinenti

Parliamo d’altro, di cronaca. Diamo un occhio all’attualità. In un bosco nei dintorni d’Arezzo trovano due morti misteriosi. Dilettanti: in Ontario ne trovano ben otto, equamente divisi su quattro auto. In America sono sempre troppo avanti.

Un cretino inedito, appena venuto in possesso dell’email di mia moglie, ha pensato bene di ricambiarle gli auguri di Pasqua con il milionesimo inoltro della bufala del numero alessandrino che ti succhia la ricarica. Tsk: in Idaho (che, com’è noto, non esiste) ho saputo di un numero che direttemente atomizza e teletrasporta via il cellulare.

[immagine hackerata, quindi cancellata]

Due anziani politici europei s’accaniscono inutilmente per strapparsi di mano il fantoccio della democrazia. In un’isola caraibica – nota per conquiste civili come la sanità pubblica ed il turismo sessuale – un politico assai più scafato governa da quando aveva sette anni, avendo semplicemente abolito le elezioni. Non c’è partita.

Questo è il 300mo link sul nostro tagroll. Mi pare l’unica cosa seria da fare, oggi.