Stralci da un articolo letto ieri…
Siamo tutti blogger, o quasi. Basta avere un sito Internet e giù a scrivere pensieri, opinioni, a pubblicare foto, filmati e altro sugli argomenti più svariati e singolari. Nati nella seconda metà degli anni novanta, i blog sono stati immediatamente seguiti da siti che ne consentivano la creazione gratuita, senza possedere competenze tecnologiche specifiche. (…)
Nel mondo si contano 24,4 milioni di blog, con 1,8 milioni di link. E ancora: 900mila sono i “post” (testi), di questi ne nascono circa 10 il secondo. (…)
Ma qual è la differenza tra un sito e un blog? Senza un sito non ci può essere un blog. Il primo normalmente ha un raggio d’azione e uno scopo più ampio, spesso istituzionale. (…)
Diverse sono le piattaforme che offrono gratuitamente la possibilità di creare un blog proprio. Tra queste, Spider, Blogger, Bloggere.it, censite da Nilson//NetRatings. L’operazione non costa molto, se il paragone è con il costo di un sito.
Perché i blog hanno questo successo? Perché sono in linea con le nuove tendenze. Quelle tecnologiche, legate all’utilizzo dei siti web, e quelle umane, con la frequente ricerca di mettersi in mostra, (…)
Ma, soprattutto, c’è il bisogno di cercare un contatto. Un contatto con qualcuno che sia disposto ad ascoltarci, a dedicarci del tempo, a comprenderci, ad accettare la nostra “particolarità”. Cosa divenuta difficile tra le persone, distanti anni luce l’una dall’altra, pur stando vicini, pur vivendo in stretto contatto di gomito. (…)
(…)
Caratteristica di questi blog (quelli aziendali / istituzionali, NdR) è naturalmente l’anonimato o l’uso di pseudonimi, per evitare eventuali sanzioni. (…)
C’è, però, chi usa il blog anche come mezzo di difesa, o di contrattacco. È il caso di un’azienda tipografica torinese che, dopo le lamentele diffamatorie di un suo cliente, ha deciso di aprire un blog con l’intento di fornire le ragioni contro l’accusa, invece di rivolgersi alla giustizia, dimostrando la linearità del suo comportamento. I risultati sono stati sorprendenti. Sono raddoppiate le visite al sito ufficiale della società e nel giro di poco tempo ha incrementato notevolmente le vendite, tanto da sospendere le campagna pubblicitaria in corso, perché non in grado di soddisfare gli ordini che gli pervenivano.
… e dal boxino informativo che lo accompagna (sprovvisto di link)
I più cliccati
Nel mondo:
Boing boing, Engadget, State, Daily Kos, Instapundit.
In Italia:
Beppe Grillo*, Arti e Bagagli, Macchianera, Daniele Luttazzi, Blocnotes.
I blog dei media nazionali:
Il Sole 24 Ore, la Repubblica, Corriere della Sera.
* Primo in Italia e in Europa, 13esimo nel mondo
Signori, l’articolo da cui ho estratto i brani appena letti è stato scritto da tale Romolo Paradiso, tra l’altro docente in Comunicazione alla LUISS Management. Siamo capre navigate: vi ho lasciato il nudo piacere della scoperta, non commentando né evidenziando (fosse pure con un’innocente sottolineatura, che sarebbe stata infine un po’ invasiva) le gemme sintattico-logiche ed i pregnanti passaggi che dimostrano come il nostro conosca a fondo sia la lingua che la boccia in cui abitiamo, abbia condotto un’indagine serrata, faccia parlare i dati crudi, tiri le fila d’una riflessione acuta. Infine, non ho soldi per un avvocato, quindi mi posso permettere giusto l’ironia. Oltre ad una precisazione: gli stralci sono copincollati, i nomi errati non li ho riscritti male io.
Però, magari, siete curiosi di sapere da quale testata nazi-pop, truzzo-pulp io abbia scovato quest’illuminazione. Potete scaricare qui in pdf e leggere integralmente, se avete fegato, alle pagine 27 e 28 “Una blogosfera che raddoppia di numero ogni cinque mesi” (numero?). L’inchiesta è infatti pubblicata sull’ultima uscita (settembre-ottobre) del bimestrale “Giornalisti”, organo ufficiale dell’Ordine, della Federazione della Stampa e di altri enti previdenziali assortiti dell’allegra combriccola. Leggendola, m’ha preso una sindrome da 8 settembre (“giornalista, io? mai stato…”). Mi frulla sempre più l’idea di dar dentro il tesserino e sostituirlo con la Carta Musei (ne faccio lo stesso uso, ma la seconda costa meno).
P.S. Mi corre obbligo, però, di ringraziare questo signor Paradiso per avermi offerto l’occasione, ad un anno esatto dalla precedente, di dare un’altra bella bacchettata alla categoria per l’attitudine svagata con cui troppo sovente affronta il fenomeno blog.