donna moderna

Al mare mi sono rilassato assai, l’avrete notato dalla minchiata postata ieri. L’indigestione di calcio ha reso il mio ozio rotondo, così ho verificato di essere diventato molto più bravo al calciobalilla in età matura di quanto lo fossi da ragazzo ed ho scoperto un penchant per la pallavolo acquatica da sguazzo a livello culo, con voli acrobatici e mezze rovesciate truzze incorporate. Consiglio a tutti i maschi in ascolto di fare figli per poter diventare definitivamente bambini.

Vengo all’episodio da cui il titolo. Si tratta dell’unico frisson moralista che m’ha preso in ferie, considerando che anche la politica m’ha detto bene, siccome immaginavo una percentuale di votanti al referendum inferiore al 30% ed invece. Varrebbe anche la pena raccontarvi la mia calata in città domenica per il voto, con due ore perse a recuperare presso parenti le chiavi di casa dimenticate a Ceriale. Ecco perché non ho timbrato la scheda elettorale anche qui: dovevo precipitarmi indietro per la partita delle 17 🙂 Ma vabbè, dicevamo l’episodio.

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In tabaccheria, nel breve tempo necessario per comprare un pacchetto di Nazionali, una giovane donna bruna peraltro sobria, parlando al mio fianco con la proprietaria al banco, ha avuto il tempo d’informare lo scarno uditorio – formato da me, un altro avventore ed un secondo gestore, tutti maschi – di un congruo numero di dati sensibili a sfondo sessuale che la riguardano. Ho scoperto la differenza di prezzo tra la ceretta rivierasca e quella metropolitana. Sono stato ragguagliato sullo stato della sua cellulite. E sulle cause: quella certa marca di pillole che, a suo dire, fa il culone a tutte. Sennò, lei sarebbe un figurino.

Ho avvertito contemporaneamente il vortice del torbido (ora le faccio l’unica domanda fondamentale che interessa il maschio: ingoi? giusto per capire quanta parte del suo mancato peso forma addebitare alla consuetudine) e la conferma di essere nato un secolo e mezzo troppo tardi. Dico: è evidente che ci troviamo in fase d’estinzione quando una femmina appetibile d’apparenza signorile trova normale divulgare in pubblico quelli che un tempo, se non d’alcova, eran comunque segreti. Il n’y a plus de bourgeois à épater. L’immagine rubata – purtroppo low-fi – è d’un grandissimo.

facce (da culo) d’italiani d’Argentina

Dopo aver mandato in campo, negli ottavi di finale contro il Messico, le controfigure della squadra che aveva impressionato nelle fasi eliminatorie, l’Argentina ha in serbo, per i quarti in programma domani contro i padroni di casa tedeschi, una mossa a sorpresa studiata per “non concedere punti di riferimento all’avversario” (cit. Bibbia Calcidica, frasi fatte 7, 41).

In virtù d’un fortuito incontro rivierasco, durante le mie vacanze, con un clone di Caniggia originario di Arma di Taggia, vincitore del premio “Sosia in Valle Crosia”, siamo in grado di svelare in anteprima la formazione albiceleste in campo domani contro “la compagine teutonica” (ibidem 11, 16):

Abbastanzieri
Circasso
Abisso
Micro Martinez
Gradasso
Subisso
Mega Gonzalez
Salasso
Stoccafisso
Normo Velasquez
Smargiasso

intermittenze

Non sono sparito e mi spiace non aver potuto scrivere per molti giorni. M’avrebbero volentieri spinto a dir la mia eventi che coinvolgono la mia città, come la sfilata dei Pacs-men e le caprinissime polemiche tra la pasionaria opportunista ed il sindaco che non deve dimostrare nulla, mai. Per tacere del ciarpame inverosimile che devasta la mia sabauditudine (“non ci sono più i monarchi d’una volta, signora mia”). Oppure, per cucire assieme la morale di queste due cronache, credo meritino qualche considerazione i concetti di limite e pudore, in un Italia schizofrenica dove al culto pagano della privacy s’affianca il lavacro pubblico d’ogni borborigmo telefonico; dove qualche gaio plotone offenderebbe il pudore, mentre invece niente affatto la sgallettata sindacale di turno che occupa un terzo di schermo in ogni trasmissione tv (avendo conquistato il posto da diversamente inginocchiata).

Infine, però, la microstoria ha sempre il sopravvento: una settimana di lavoro più incasinata del solito, unita a due stanze da smontare, imbiancare e rimontare m’hanno preso tutto il tempo. Ho persino fatto saltare la rubricaprina di domenica. Ed ora, tempo, non ce n’è davvero più: tra un paio d’ore parto per l’ultima settimana di ferie prima delle ferie altrui. Passerò il tempo in spiaggia: pomeriggi davanti allo schermone inchiodato su Sky, a rimpolpare la cultura calcistica che rinnovo solo ogni quattro anni, per poi disinteressarmi completamente della linfa nazionale. Qui c’è un altro rammarico, pensando a tutte le tempeste da bicchiere che mi perdo sui blog degli amici, a quelle che io stesso – CT onorario pro tempore fra i milioni – avrei potuto innescare. Vabbè, mi consolerò con la full immersion pallonara e comunque tornerò in tempo per le fasi finali, sperando che saranno così fantasmatiche da vedere ancora protagonista la nostra scombiccherata squadra di nevrotici. C’è da dubitarne, finché gli sponsor obbligheranno al pascolo certi narcolettici impresentabili (anche se c’è chi sta peggio di noi: il bolsone porta pure sfiga).

A questo punto, i più attenti tra i nostri piccoli lettori avranno notato un’incongruenza. “Te – diranno – col tuo spirito civico che sbandieri ad ogni zampa sospinta, te ne starai col birrino in mano durante il referendum e salterai il voto?”. Errore: voglio troppo bene alla democrazia e non ho mai perso una scheda elettorale. Grazie ad un complicato sistema di amici e parenti che verranno a trovarci al mare, prenderò un passaggio ed un treno – non so ancora in che ordine – e tornerò in città domenica per nutrire piante, gatti e Patria. Siccome sono un fottuto moralista, vi potete immaginare la mia preferenza nell’urna. Se avrò tempo, passerò di qui a farvi un saluto. Ad ogni modo, ci rileggiamo verso fine mese. All’inizio della scorsa settimana, tra l’altro, ho aggiunto molti link al tagroll; in particolare una nuova sezione dedicata ai migliori saggi di Polymath. Approfittatene per farvi una cultura, caproni!. E quando passate di qui, lasciate pure un saluto, ché al mio ritorno farà da bentornato.

Nella foto, per chi crede che la Riviera delle Palme sia solo cabina ed ombrellone, scorci di Albenga.

dente vincente

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È l’ennesima vecchia notizia dal mondo anglosassone che scopro, in fondo alla nostra sonnacchiosa vita provinciale, sfogliando una rivista che la butta lì in stile “strano ma vero”. In Inghilterra è nata la biogioielleria. In pratica, gente che ti fa l’anello nuziale col dente del giudizio, permettendoti di sublimare un po’ di sano ancestrale cannibalismo (indosso il mio partner) mentre porta avanti la ricerca sulla crescita del tessuto osseo, in prospettiva d’innesti e trapianti ricrescitivi.

Mentre Dio tace e s’eclissa, io mi chiedo – come già facevo anni fa guardando uno spot televisivo (mi pare di Damiani) in cui una bottanazza appigliava il suo collier su un crocifisso al verbo (se ben ricordo) di “ciò che hai di più prezioso” – mi chiedo perché il Vaticano non abbia mai nulla da dire sulla moralità dei gioiellieri. Tanto di quelli tradizionali che di questi frankisterici che tentano la coltura dell’osso sulla vetroceramica going so much public.

Così come, in quella vecchia réclame, mi pareva di cogliere un evidente blasfemia (Cristo e Mammona per me pari sono), in questo esperimento vedo che, nelle solenni stanze d’Oltretevere, esistono diversi gradi di preoccupazione circa la ricerca bioingegneristica. Forse, siccome ingioiellarsi e vieppiù donarsi un anello organico non sono manifestazioni avverse alla famiglia tradizionale, tutto va bene signora la marchesa. Qualcuno, a ‘sto punto, dovrebbe tentare di collocare, chessò: cellule staminali in un piercing?