Pil mit uns

In Val Susa la situazione è davvero grave. Avrete sentito le notizie. Io stesso ne ricevo direttamente da amici abitanti in zona e posso confermare che da due settimane esiste una località, Seghino, sottoposta ad una sorta di coprifuoco, con posti di blocco che impediscono l’accesso ai non residenti, mediante controllo dei documenti. Una situazione illegale, diritti costituzionali sostanzialmente sospesi: una striscia di Gaza in casa nostra. Di ieri i disordini, con posto di blocco e mazzate in frazione (ironia della sorte) Passeggeri di Venaus, del cui resoconto vi fornisco un link militante (ove risalta il ruolo dell’Agnoletto sacrificale) ed uno più distaccato.

Ciò che sconcerta in questa faccenda è il ricorso alla coercizione militare per imporre ai cittadini un presunto bene pubblico. Come se, per la vaccinazione obbligatoria, si caricassero i bimbi su vagoni piombati. Contando sull’ignavia dei più, si finge di difendere l’opera da presunti facinorosi, trascurando che questa è avversata dalla maggior parte dei cittadini. In nome del dio profitto, si vuole imporre il bene con la forza. Siamo a livello di guerra di religione. Una pagina triste, un punto infimo per la democrazia.

Per dare un senso alla mia personale partigianeria, ripubblico i link (uno e due) ad articoli de LaVoce, dove s’analizza dal freddo punto di vista economico il beneficio dell’impresa: scarso o nullo. Ciò che stanno cercando di fare, con l’ausilio della forza pubblica, è semplicemente iniziare un cantiere infinito, da lasciar languire una volta incassati i fondi europei. Una faccenda analoga al ponte sullo stretto. Là, se ne avranno due belle piattaforme deturpanti; in Val Susa, ne ricaveremo qualche collinetta di rifiuti parzialmente tossici (amianto, uranio), un gran traffico di mezzi pesanti finché il cantiere dura; infine, il presumibile abbassamento delle falde acquifere, come è già avvenuto altrove.

Se v’avanza tempo, leggete anche questo lungo articolo sul bel sito di Edoardo Salzano. Nel secondo capitoletto si narra la vicenda d’una precedente opera ferroviaria valsusina, voluta con altrettanta pervicacia a metà dell’Ottocento, ed utilizzata per ben tre anni dopo ingenti costi di realizzazione. Nel terzo, ci s’interroga sul voltafaccia della neopresidente regionale Mercedes Bresso, oggi favorevole al TAV, che – in qualità d’economista e docente universitaria specializzata in valutazioni d’impatto ambientale – è autrice di testi ancora in auge i quali, se correttamente utilizzati, stroncherebbero la fattibilità dell’opera.

Calliope e lo smackdown

Dell’esistenza del wrestling vivrei ignaro, se non fosse per via del figlio seienne che s’atteggia cogli amichetti e cita i nomi più noti della congrega di variopinti zaurdi. Che Eddie Guerrero fosse morto da poco, l’ignoravo ugualmente.

Siccome però sono appassionato lettore di poesia, nonché poeta in disarmo, voglio condividere questo poemone – rigorosi endecasillabi in quartine AABB – composto dal virulento Escualotis in memoria del chicano stroncato. Adoro l’effetto che scaturisce dall’aulico che s’imbeve di profano. Come diceva De André: “dai diamanti non nasce niente / dal letame nascono i fior”. Ne è passato di tempo da quando Gozzano rimava camicie con Nietzsche. Non invano e si vede.

Truzzi in magliette prive di manica,

figli solo di chimica organica.

Per oggi a mezz’asta, siringhe: è lutto!

Domani sul ring si torna a dar tutto.

te piace 'o presepe?

Ho l’impressione che con questa novità, Tommasino direbbe di sì.

Un solo dubbio. Ma se l’idea è quella di mostrare la vita vera e bla bla, se la tradizione è quella di mostrare il popolo e non il vip e bla bla perché non un immigrato, un lavavetri, un muratore rumeno? In divisa da lavoro, beninteso.