A questa tarda ora di domenica non sono ancora andato a votare il sindaco. Magari vado proprio domani. In fin dei conti, voglio ancora crogiolarmi nella lettura delle liste, splendido trionfo del bipolarismo perfetto. Uno magari crede che la lotta sabauda si limiti a Chiamparino contro l’orsetto marsicano, magari aggiungendo un outsider piccino picciò. Ma no, figurati: i candidati sono nove! Le liste che li sostengono addirittura trentasette!!! Guardate quale messe, che rigoglio.
Ci sono i grandi classici del presenzialismo fine a se stesso (monarchici, umanisti, pensionati e invalidi) e nuove entità insieme settoriali e generiche (moderati, veri ambientalisti, sport e volontariato, il sublime noi meridionali). Non mancano i pros (sì tav, sì ad un futuro senza caccia – con Duffy Duck nel simbolo) & cons (no euro, no UE, immigrati basta). Abbondano gli specialisti, in un tronfo di “per” (lista donne per le quote rosa, Democrazia Cristiana – sic – per le autonomie) tra cui svettano la lista paronomasica Torino libera per Franco Buttiglione – inquietante semiomonimo che appoggia Denis Martucci – e la sciarada verdi per la pace, uniti per la pace, uniti per il centrosinistra a cui manca solo verdi per il centrosinistra a completare la catena.
La pro-lista granata per il Filadelia introduce una coppia di ghenghe (l’altra grida un più efficace e collaudato forza Toro) che certo ora cavalcheranno il finto sdegno di calcio- (poli o gate, fate voi che mi viene il vomito) contando in qualche – più che certo – voto di moralista torinista col senno in libera uscita. Buon’ultima, la lista fascia censurato e libertà, dove il “censurato” starebbe per “fascismo” ma, se gli occhi non mi hanno tradito, oggi ho visto un loro manifesto per nulla censurato, con tanto di eloquente fascio littorio. I viglii urbani nei paraggi invece no, non l’hanno visto…
In questo tripudio, io non so ancora chi scegliere come consigliere comunale, chi premiare con la mia preferenza. Di santini ne ho ricevuti tanti ma, siccome – da caprone – voto il favorito, potrei sobriamente scegliere la lista dell’Ulivo ed una donna – pure mia vicina di casa – così scrivendo un nome adatto a celebrare tanta inventiva onomaturgica: Fregolent, Silvia. Mi pare una garanzia di – come dire: concussione slow. Ed è ironica: guardate un po’ la sua mail e l’argomento della sua tesi di laurea.