MIlano, abbiamo un problema

Il vero sinistro masochista non si può mai distrarre. Ti pare che si sia trovato un buon candidato per la poltrona di sindaco a Milano, ed ecco salta fuori un’analisi che ti fa rimettere tutto in discussione. Sono iscritto alla mailing list del blog di Alberto Biraghi e ho ricevuto un appello per partecipare ad un dibattito critico sulla candidatura Veronesi e su ciò che rappresenta, non solo per Milano ma per la Nazione intera.

Io ho letto e commentato, v’invito a fare altrettanto e diffondere. Anche perché c’è un problema di democrazia sostanziale. Come fa notare Alberto in questo post (trovate il link anche all’interno del post su Veronesi) diverse centinaia di persone s’appassionano a vere discussioni di sinistra, mentre i culi di piombo vengono a lurkare per capire che aria tira, ma di portare in piena luce quanto sta accadendo sui blog, neppure a parlarne. Ne discende che tocca sbattersi di più, fino a rendere ineludibile l’apporto della discussione in rete alla politica. Shall we overcome?

giamaicani al semaforo in Germania

Anche i politici tedeschi stanno pelando gatte ispide. Ciò nonostante, l’unica cosa che sembra accumunare la nostra situazione alla loro è un certo sloganismo sbracato (da cui il titolo del post). Infatti, leggendo quest’interessante analisi su La Voce, si scopre che anche un ginepraio, su al Nord, non pare niente di che. Buon per loro.

il cartaceo viene dopo il pleistocene?

Mia moglie sta promuovendo un proprio laboratorio per le scuole. Ha fatto una massiccia spedizione email e cominciano ad arrivare le risposte. Poi uno dice: ma perché ‘st’uomo è sempre così negativo? Ecco un motivo a caso.

Rispondo alla pregiata Sua del 22/9/05.

Le proposte dei progetti devono essere inviati in cartaceo
(…).

Per la richiesta di contributi è necessario compilare la modulistica relativa ai contributi che potrà trovare sul sito (…).

A Sua disposizione per ogni chiarimento, cordialmente La saluto.

meritarsi anche questo

Un governo che cambia più ministri dell’economia che terzini sinistri l’Inter, con identici risultati in campionato. Ma non molla l’osso neppure quando è costretto al sequel: a memoria mia (che risale a Saragat e La Malfa padre) direi che il ministro ciclico nella stessa legislatura è inedito. Poi c’è quello fazioso – nomen omen – che si piega, s’arrotola, si sputtana ma non si stacca dalla sedia…

Neppure io voglio far nomi, come Tito Boeri nel suo editoriale su La Stampa di ieri, né produrrò link. Le vicende sono note ed il problema, nel Paese dove le leggi portano nomi di persone e non vengono giudicate per efficienza propria ma per la bandiera che sventolano, è – come Boeri indica – la personalizzazione delle istituzioni, che perdono la propria autonoma efficienza e non vengono neppure più percepite come bene comune al servizio della collettività.

Una nazione di singoli che occupano posti di potere per favorire altri singoli. Nessuno considera il fine sociale delle istituzioni. Quale futuro, se le generazioni che forniranno il ricambio alla classe dirigente odierna non hanno mai neppure avuto il sentore che esista il gioco di squadra per il bene comune?

Già, gioco di squadra, orgoglio nazionale, esempio per i giovani. Ecco perché, nonostante la sceneggiatura zoppicante ed i dialoghi scritti da un software bacato, mi sono commosso guardando, ieri ed avant’ieri, lo sceneggiato sulla più grande squadra di calcio di tutti i tempi. Che, in tempi bui di discredito patrio, seppe dare un’immagine coesa dell’Italia.

Naturalmente, dal calcio d’oggidì non ci si può aspettare che un simile miracolo si ripeta, così come dai recenti post di nikink che ci svaghino, se i tempi sono quel che sono. Forse dovrei parlare d’altro – chessò: di figa – visto che persino il calcio m’ispira riflessioni risorgimentali. Maledetti granata moralisti e pallosi…

meritarsi quei due

Avrò giocato troppo all’autopista: m’e venuto in mente che quei due, dico il numero due del ranking e l’uomo cicoria, attualmente facenti funzione di cani da riporto nei rispettivi schieramenti, hanno sbandato, con sinistra coincidenza e sintonia, entrambi a destra.

A che scopo? andando a caccia di cosa? Se l’ambizione politica rivela i suoi obiettivi, direi che in questo caso si tratta del nuovo esemplare d’occidentale insicuro. L’uomo della strada che da sempre vuole delegare la fatica del pensiero e delle scelte e che, in debutto di millennio, ha queste fresche paure di morire dilaniato in pullman, stroncato da un pollo virale, annegato dall’incuria di Kyoto, meticciato da orde barbare, estinto da parate frocie ed altre simili disgrazie ingigantite da media vieppiù isterici.

Mi viene stoico ed un poco cinico invitare questi mezzi cittadini ululanti sicurezza a non preoccuparsi. La sicurezza non esiste, la vita uccide con metodo, l’erosimo da prima pagina è appannaggio di pochi. Ricordati che non t’attende morte emblematica. Ben altri piani la vita ha in serbo per te. Un bel tumore che gioca a rimbalzino le metastasi, un’artrosi lentamente invalidante, cose così. Tieni dritta la schiena e respira con metodo, finché puoi.